Salvatore Vendemmia – Aversa, Ilaria Pezone – Aversa, Maria Vendemmia – Napoli

 

INTRODUZIONE

Le prugne sono prodotte in molti Paesi del mondo e, sin dai tempi antichi, sono state usate per l'alimentazione ed anche a scopo terapeutico.

Il susino è una pianta arborea, della quale sono conosciute due varietà: quella delle grandi famiglie “domesticae”, presente in Europa ed America e quella del “Prunus salicina”, presente in Giappone ed Asia.

Tale frutto era ben conosciuto dai tempi dei Romani, i quali ritenevano che fosse stato importato dal Turkestan e coltivato in tutto il bacino del mediterraneo.

 

PRUGNE SECCHE

Il frutto (Prunum) disidratato è ricco di antiossidanti e numerose altre sostanze utili per la nostra salute. Per tale motivo le prugne secche sono state collocate ai primi posti della scala ORAC, un sistema di valutazione e di misura della capacità antiossidante degli alimenti, elaborato ed usato nel Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti.

Esse contengono notevoli quantità di acido clorogenico, neoclorogenico e polifenoli che conferiscono, a questo alimento, la capacità di neutralizzare i radicali liberi e proteggere il colesterolo dalla ossidazione, con evidenti benefici sul sistema cardiocircolatorio ed altri organi.

Sono ricche di zuccheri che esprimono un indice glicemico basso, equivalente a 29; ciò è probabilmente da attribuire all'abbondanza di fibre che rallentano l'assorbimento dei carboidrati.

Importante è sapere che cinque prugne secche contengono 25g di carboidrati e 15g di zuccheri, dei quali 10g sono di glucosio e 5g di fruttosio.

Il Sorbitolo, in esse contenuto, non è assorbibile e, richiamando acqua nel colon, migliora la composizione delle feci, rendendole più morbide, ed attenuando la stipsi.

Inoltre il Sorbitolo ha un buon effetto probiotico, avendo la funzione di nutrimento per la crescita e l'attività del microbiota intestinale, producendo acidi grassi a catena corta.

Questi acidi grassi a catena corta migliorano il metabolismo dei glicidi e dei grassi a livello epatico, pancreatico e cellulare periferico.

Le prugne essiccate rappresentano una fonte eccellente di fibre (3,5g in 50g), solubili per il 60%.

Questo alimento conferisce un senso di sazietà, rallenta l'assorbimento degli zuccheri, supporta lo sviluppo di una buona flora batterica intestinale, agevola il transito fecale.

Anche l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EPSA) ha riconosciuto il ruolo positivo delle prugne secche per la salute del nostro intestino: “le prugne secche contribuiscono al normale funzionamento dell'apparato digerente”.

 

CONSIDERAZIONI

Possiamo schematizzare le principali proprietà di questa frutta secca:

1) PROPRIETÀ LASSATIVE, per l'alto contenuto di fibre, ossifenisatina, zuccheri ad azione osmotica, acidi organici.

2) COMBATTONO L'INVECCHIAMENTO CELLULARE, per la presenza di carotenoidi, potassio e vitamina K.

3) RINFORZANO IL SISTEMA IMMUNITARIO, favoriscono il riassorbimento del ferro per la presenza di vitamina C.

4) DANNO UN SENSO DI SAZIETÀ, e contribuendo al controllo dell'appetito, aiutano a perdere peso. Una ricerca dell’Università di Liverpool condotta dal Dipartimento di Scienze, ha dimostrato che il consumo giornaliero di 100-150 grammi di prugne secche al giorno, comporta un aumento di perdita di peso e del senso di sazietà ed aumenta la sensibilità del corpo all’insulina.

5) HANNO PROPRIETÀ ANTIOSSIDANTI, combattendo i radicali liberi che possono favorire malattie cardiovascolari, osteoporosi, ecc.

6) POSSEGGONO ANTOCIANINE nella buccia, che insieme ai fenoli prevengono disturbi cardiocircolatori.

7) RIDUCONO IL RISCHIO DI DIABETE TIPO 2.

 

NOSTRA ESPERIENZA

Da molti anni usiamo somministrare, ai nostri pazienti, dal secondo anno di età fino all’adolescenza, le prugne secche per curare la stipsi ostinata.

Lo scopo è di ammorbidire le feci e favorire il transito fecale intestinale.

Ciò è utile per abituare il paziente ad acquisire una quotidiana abitudine a defecare.

L’uso delle prugne secche al pasto serale ed alla colazione provoca, generalmente, un ripresentarsi mattutine del riflesso gastrocolico, e ridà fiducia al paziente che riacquista gradualmente una condizione di normalità.

Cominciamo a somministrare, ai nostri pazienti, prugne secche alla sera ed al mattino, tenendo presente l’età ed il peso del soggetto, cominciamo da una prugna fino ad un massimo di cinque, aumentandone gradualmente il numero, basandoci sul risultato ottenuto.

Gli esami del microbiota praticati ai nostri pazienti hanno quasi sempre evidenziato una prevalenza di “Clostridi”.

Abbiamo anche notato che, dopo l’uso quotidiano di prugne, la composizione del microbiota intestinale migliora.

Questi risultati ambulatoriali ci hanno convinti che tale “terapia naturale” può dare buoni risultati non solo nella stipsi, ma anche in altri settori che, purtroppo, non sono ancora stati esplorati.

Riteniamo pertanto che, appropriati studi e ricerca di metabolomica sulle feci di un gruppo di pazienti con stipsi, possano essere intrapresi per chiarie e valutare effetti positivi sulla composizione del microbiota intestinale e sulla nostra salute.

 

CURIOSITÀ E CONCLUSIONI

Il nome Prunum (frutto) deriva dal greco “Proumnon” che indica il frutto mentre il nome Susino deriva da “Susa” antica città della Persia.

Dopo l’importazione di questa pianta nel bacino del mediterraneo, probabilmente per opera dei Romani, che inizialmente chiamavano questa pianta Kokkyt, l’uso delle prugne divenne abituale; tanto è che molti autori dell’antichità (Ovidio, Virgilio, Plinio il Vecchio) ne hanno parlato nei loro scritti.

Concludiamo questo articolo con la speranza che i ricercatori possano studiare quanto noi abbiamo suggerito e fornirci dati utili ed interessanti per valutare scientificamente la reale efficienza dovuta all’uso di questo frutto.

 

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(Totor)

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